Nepal - I Nostri Consigli

Il lago di Pokhara

Il lago di Pokhara

Sadhu nepalesi

Sadhu nepalesi

Carovana di Yak

Carovana di Yak

Piazza Durbar, Bhaktapur

Piazza Durbar, Bhaktapur

Lo Stupa Boudhanath, Katmandu

Lo Stupa Boudhanath, Katmandu

Simboli buddisti tibetani sulla roccia

Simboli buddisti tibetani sulla roccia

Ponte sospeso nella Langtang Valley

Ponte sospeso nella Langtang Valley

Shechen monastery, Kathmandu

Shechen monastery, Kathmandu

Panorama sul Monte Everest da Nagarkot

Panorama sul Monte Everest da Nagarkot

 

Nepal - I Nostri Consigli

Da mangiare: ogni etnia ha una tradizione culinaria differente, togliendo il fatto che tutte utilizzano spezie e peperoncino per condire riso, uova, verdure e pane tibetano. Da nord a sud, varia l’utilizzo dell’orzo e delle patate che sostituiscono il riso. Il nord trova influenze dalla cucina tibetana, si mangiano  infatti i momo, ravioli al vapore o fritti ripieni di carne; mentre il sud, trova influenze dalla cucina indiana. Ciò che non manca mai, in tutto il Paese è il masala, una salsa che contiene pepe, cumino, peperoncino, cardamomo e mango essiccato.

 

Da vedere: “IL PICCOLO BUDDHA” è un film drammatico del 1993, di Bernardo Bertolucci girato a Kathmandu e Bhaktapu in Nepal. La storia narra di un monaco buddista che vede la reincarnazione del Buddha in un bambino americano di Seattle. Il bambino intraprende il viaggio in Bhutan insieme alla madre e il monaco.

 

Da ascoltare: le musiche tradizionali più popolari in Nepal solo il deuda, l’aedhunik geet, costituito da musiche moderne, e il dohori, una musica folk costituita da un dibattito fra due più persone, in cui, gli uomini iniziano e le donne rispondono velocemente. La lunghezza del dibattito dipende dagli argomenti e dalla prontezza di risposta dell’interlocutore, alcuni sono durati per giorni. Tra le varie musiche etniche troviamo la newari, la gurung, la kirat, la tamang, la magar e la sherpa.

 

Da leggere: Erano solo bolle di sapone – un tuffo in Nepal, di Veronica Benardinelli che parla in prima persona, della sua prima esperienza in Nepal. “Quando ho preso coscienza delle coincidenze inspiegabili che hanno incrociato la mia strada, ho deciso di seguirle e mi sono ritrovata mano nella mano con un bambino nepalese orfano che aveva bisogno solo di un sorriso; una sposa induista con lo sguardo rivolto verso il basso; il sole che nasceva dalla maestosità dell'Himalaya; un piatto di riso mangiato con le mani; piccoli villaggi dagli orologi fermi. Con lo sfondo di templi buddhisti e profumo d'incenso, qualcosa era successo. L'Oriente e l'amore per il prossimo hanno lasciato, nella mia mente, un segno indelebile che mi chiede di essere mostrato agli altri. E quando una verità sboccia nel nostro giardino non si può far a meno di ammirarla”.